Da qualche giorno sto leggendo un libro bellissimo che, se non erro, mi venne suggerito tempo fa da
Stella.
Un libro che ho iniziato con tanto entusiasmo dopo aver abbandonato a malincuore(sentendomi un'emerita ignorante), l'ultimo libro di Umberto Eco, "il cimitero di Praga".Un magnifico mattone che trasuda di storia, costume, cultura, intessuti in modo tanto magistrale che..mi ci sono eprsa dentro!Ammiro Eco a livello viscerale, un uomo con un tale calibro di cultura, è davvero una rarità.Ma i suoi libri, eccezion fatta per l'indimenticabile "il nome della rosa", sono stati per me davvero difficili.Forse è un diritto del lettore abbandonare un testo ma, per principio, sono sempre andata in fondo.Sta volta non ce l'ho fatta, forse sono diventata un po' più indulgente con me stessa?
Chiusa parentesi, torniamo al libro che sto amando moltissimo.
Bilal, di Fabrizio Gatti.Bilal è l'intenso e duro racconto del giornalista de "L'Espresso" che ha coraggiosamente intrapreso il viaggio della "Tratta degli schiavi", partendo da Dakar, passando per il Tenerè ed il Sahara sui camion che trasportano i disperati che fuggono dall'inferno Africano, fino a Lampedusa.
Gatti si è messo al pari dei fuggiaschi per conoscere, capire e testimoniare cosa avviene nel deserto.Si è messo in gioco, tendendo loro la mano, ascoltando le loro strazianti storie, sopportando la condizione disumana a cui essi si sottopongono.Con l'unica differenza di avere qualcosa di certo in patria.
Le pagine crude e spesso poetiche ti catturano ed assorbono, conducendoti in questo viaggio tremendo, in cui ciascun africano lo senti come tuo fratello.
Leggendo qesto libro si impara a gurdare con occhi totalmente diversi la moltitudine di gente che sbarca o muore verso Lampedusa.Capisci che la maggior parte sono fuggischi, rifugiati politici, ragazzi anche laureati che cercano una goccia di acqua fresca nel deserto di aspettative dei loro paesi.Gente che vuole offrire alla famiglia un futuro migliore, sacrificandosi per essa;uomini e donne che non si arrendono ad una vita senza speranza nel loro paese.
Leggendo vieni a conoscenza delle bestialità che subiscono, durante il viaggio attraverso il deserto:fame, sete, torture, sevizie, violenze,malattie, furti dei pochi soldi o delle povere cose in loro possesso.Molti sono morti dentro,ancora prima di arrivare a Lampedusa.
Leggendo capisci quanto siamo privilegiati a possedere un passaporto europeo, e di quanto i nostri governi siano conniventi e RESPONSABILI DI QUESTO SCHIFO!
Nonostante il libro sia del 2008, è attuale più che mai anzi, mi pare sia stato scritto ieri.La cosa vergognosa è che le cose invece che migliorare peggiorino.
Non so se avete letto
la lettera del presidente Napolitano al giornalista Claudio Magris, sul Corsera.Fatelo, è molto bella.Se solo molti politici con lo stesso pensiero facessero qualcosa di concreto!
Da parte vostra se potete andate a comprare questo libro e divulgatelo, l'ignoranza vela gli occhi più della sabbia.